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mercoledì 28 febbraio 2018

Opere realizzabili in "Edilizia Libera" (senza pratiche edilizie)





Quando si pensa di eseguire dei lavori in casa, ci si dovrebbe domandare se le attività che si ha intenzione di svolgere da soli (in economia) o far eseguire ad una Ditta specializzata , necessitino o meno della presentazione di una pratica presso l’Ufficio Tecnico dell’Amministrazione Comunale.

Tale compito, contrariamente a quanto si possa pensare spetta per legge a chi vuole eseguire i lavori ( committente/proprietario ), pertanto non è di competenza delle Ditte esecutrici.

Spesso si sente parlare di titoli abilitativi: CIL, CILA, SCIA, DIA e Permesso di costruire  che servono a seconda delle attività che si intendono realizzare , a comunicarle al Comune tramite un "atto formale".

Bisogna quindi porre particolare attenzione nel verificare preliminarmente se occorre un titolo abilitativo in quanto, qualora non si presentasse la documentazione dovuta agli Enti preposti, si rischierebbero conseguenze che porterebbero a problemi diversi , fino ad arrivare a procedimenti giudiziari di tipo civile o addirittura penale.

Al contempo però, esistono delle lavorazioni definite dalle norme come: “Attività di edilizia libera”,  le opere ricadenti all'interno di questa tipologia non necessitano di alcuna comunicazione, ciò non toglie  che dovranno  essere realizzate secondo la “Regola d’arte” e nel rispetto di tutte le norme. 

Ricordiamo che in taluni casi (ad esempio: per l’ aggiornamento degli impianti) la Ditta dovrà fornire al termine del lavoro , un'apposita Dichiarazione di conformità  .

Il Ministero delle infrastrutture insieme al Ministero della Semplificazione hanno definito e pubblicato un Glossario, costituito da un elenco che semplifica il riconoscimento di quelle attività che possono essere realizzate senza alcun titolo, in "edilizia libera" appunto.

E' giusto sottolineare che ogni altra opera, che non si trovi all’interno di questo elenco, è bene che sia sottoposta alla valutazione da parte di un Tecnico abilitato, un Architetto, un Ingegnere o un Geometra che indicherà e presenterà la pratica idonea presso le amministrazioni competenti (Regione, Comune, Genio Civile, ASL, VVF , ect...).

Di seguito il link per scaricare il: Glossario Edilizia Libera

lunedì 19 febbraio 2018

Impianto elettrico e punti luce


Quando arriva il momento della tanto temuta "Ristrutturazione", sono tante le domande che ci poniamo ed a cui non sappiamo dare una risposta; una di queste è: " ma di quanti punti luce avrò bisogno nella mia nuova casa?". 

Iniziamo col dire che per "punto luce" solitamente s'intende ogni   singolo interruttore, presa o luce che io intendo avere per ogni stanza . 

Oltre ai punti luce , vanno ovviamente  aggiunti,  la realizzazione del quadro elettrico,  dell'impianto telefonico, del citofonico, dell'impianto TV ed eventualmente anche dell'impianto di messa a terra qualora non fosse già presente.

Una volta definite tutte le parti dell'impianto elettrico, è molto importante capire preliminarmente di quanti punti luce avrete bisogno, perché  in caso contrario , i costi per aggiungerne di nuovi e non preventivati in anticipo , potrebbero far lievitare la spesa finale. 

Torniamo alla nostra domanda ,ma quanti punti luce ci serviranno? 

La risposta non può essere univoca per tutte le esigenze e dipende dal tipo di ristrutturazione che si vuole effettuare.

Se fino agli anni '80  per  un appartamento di circa 100 mq potevano essere sufficienti  40-50 punti luce, oggi con l'avvento delle nuove tecnologie , l'applicazione  della domotica , con le  nuove esigenze in termini di elettrodomestici ed apparecchiature per l'entertainment,  questi numeri non sono più sostenibili per un impianto che si vuole considerare "moderno", occorrerà perciò prevedere un numero maggiore che tenga conto delle nostre esigenze.

Come facciamo allora a capire qual è il numero corretto? 

Prima di tutto è importante immaginare gli ambienti come li vorremmo, pensando anche all'illuminazione ed ai vari dispositivi come la TV ,l'impianto stereo  e quanto altro desidereremmo avere per esempio in cucina.

Detto questo , per una ristrutturazione base  , un numero tra i 60 e gli 80 punti luce potrebbe essere sufficiente per una superficie di circa 100 mq , considerando che  la sola cucina, con tutti i suoi elettrodomestici, luci sotto pensile ed eventuali faretti,  potrebbe necessitare già sa sola di  10/15 punti luce.

Veniamo ora al  discorso progetto.

E' bene sapere  che esiste l'obbligo di un progetto da parte di un Tecnico abilitato solo se si superano i 6,0 kW di potenza  (normalmente si hanno a disposizione 3,0 kW )o in caso di superficie superiore a 200 mq.

A questo punto però  qualora avessimo richieste particolari come impianti con applicazioni di domotica nell'illuminazione, sicurezza, comando dell'impianto termico oppure  non avessimo un'idea precisa delle effettive necessità per determinare la disposizione ed il numero dei punti luce, sarebbe opportuno  incaricare un Progettista che attraverso alcuni elaborati risolverà  preliminarmente problemi che potrebbero causare  ulteriori spese non previste.

Tutto l'impianto dovrà essere realizzato a regola d'arte e conforme alle normative vigenti , ecco perché diventa molto importante la certificazione di conformità (DI.CO.)  che è  sempre obbligatoria anche se non vi è progetto e dovrà essere fornita da parte di chi esegue il lavoro , Ditta od elettricista che sia.

Infine è importante sapere che, per molti lavori di ristrutturazione e nello specifico per il rifacimento  dell'impianto elettrico purché eseguito con adeguamento alla norma vigente, si può usufruire dell'agevolazione fiscale del 50% per lavori di "Ristrutturazione edilizia"  eseguiti entro il 31/12/2018.

Di seguito il link dell'Agenzia delle Entrate per ogni chiarimento in merito Agevolazioni Fiscali 2018 Ristrutturazione Edilizia.